“Basta attese: vogliamo bonifiche e dati aggiornati sulla Terra dei Fuochi”, chiedono con forza i comitati civici, proteste per l’ambiente anche in altre Regioni italiane.
Un 2 giugno di lotta per l’ambiente e per la verità sui danni che causa la Terra dei Fuochi, questo è quello che è avvenuto ieri e che ha visto protagonisti, tutti insieme, comitati civici, medici per l’ambiente e studenti. Come noto, quel lembo di Campania che è stato ribattezzato come Terra dei Fuochi vede ogni anno morire persone con una più alta incidenza delle patologie tumorali rispetto al resto d’Italia. Ma – denuncia chi protesta – questi dati non sono certificati dallo Stato e dalle amministrazioni locali

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Secondo quanto affermano i professionisti del settore e denunciano appunto residenti e studenti, nella zona nota come Terra dei Fuochi, un medico di base ogni anno diagnostica in media 11 nuovi casi di tumore su un bacino di circa 1.500 pazienti. Ma il registro dei tumori, che dovrebbe appunto certificare la maggiore incidenza di casi, nella migliore delle ipotesi – ovvero per quanto concerne la popolazione adulta – viene aggiornato da sette anni.
La nuova protesta nella Terra dei Fuochi: le richieste di medici, cittadini e studenti
“Vogliamo dati reali”, lamentano all’unisono medici, studenti e cittadini, che ricordano anche come nel caso dei tumori in età pediatrica, i registri sono fermi addirittura al 2012. La protesta mette al centro il diritto alla salute e alla trasparenza e i cittadini dei comitati propongono alle istituzioni un “ticket di esenzione ambientale”, mentre gli studenti rivendicano il diritto di sapere quello che avviene su “situazioni che riguardano la nostra vita”.

Per i medici, è assurdo basarsi – anche solo nella redazione di informative – su dati che risalgono al 2017, perché – denunciano – sarebbe come chiedere a un paziente di portare in studio le cartelle cliniche e gli esami datati di diversi anni, che quindi non fanno i conti con una potenziale trasformazione della malattia. Viene anche denunciata la sempre più evidente diffusione del glioblastoma, il tumore cerebrale potenzialmente tra i più maligni, che peraltro avviene in tutto il mondo occidentale.
Non solo Terra dei Fuochi: in tutta Italia, l’inquinamento provoca più tumori
Dalla Campania alla Capitanata, la forma della protesta non cambia: nella provincia di Foggia, infatti, ARCI e Legambiente denunciano una strategia criminale organizzata che danneggia ambiente, salute e agricoltura. Secondo queste associazioni, nella Capitanata sarebbe in corso una grave emergenza ambientale e sanitaria: rifiuti, probabilmente provenienti dalla Campania, vengono abbandonati e bruciati in aree agricole, sprigionando nubi tossiche.

“La nostra terra è come la Terra dei Fuochi”, avvertono, lanciando un appello alla mobilitazione collettiva e chiedendo a gran voce interventi urgenti, bonifiche, sorveglianza e maggiore educazione civica. Se però qualcuno pensa che la protesta si limiti al solo Sud Italia sbaglia: basta sfogliare alcuni quotidiani locali per scoprire che in Valle d’Aosta, il segretario regionale della Uiltrasporti, Andrea Grannonico, lancia un duro atto d’accusa sulla gestione dei rifiuti.